Il punto 2, in realtà, sembrerebbe superfluo: tuttavia il compositore, seppur nel comporre avesse rispettato i principi del punto 1, nella scrittura finale non disponeva sempre le sillabe del testo separatamente sotto le corrispondenti note; tendeva piuttosto a scrivere le parole per intero, non divise, senza curarsi di allineare ogni sillaba alla sua nota, talvolta omettendo di riscrivere le ripetizioni testuali, lasciando poi alla bravura del cantore ricollocare estemporaneamente, previa conoscenza dei principi, ogni sillaba al suo posto nella melodia. Oggi, il compito di ricostruire la giusta disposizione del testo è invece affidata al lavoro del curatore dell’edizione, che, naturalmente, dovrà avere in questo campo le stesse competenze dei musicisti cinquecenteschi.
È pertanto estremamente importante che l’interprete si accerti di volta in volta dell’attendibilità delle edizioni utilizzate e delle competenze del curatore: non è infatti raro imbattersi in trascrizioni dilettantesche che presentano molti errori di disposizione testuale.
Il primo grande studio sull’argomento fu quello di Don Harrán, Word-tone relations in musical thought: from antiquity to the seventeenth century, pubblicato nel 1986, che documentava e analizzava lo sviluppo di un tal sistema creativo per mettere in relazione parole e musica, con ben 381 citazioni da trattati. Nel 1990, Gary Towne, in A systematic formulation of Sixteenth-century text underlay rules (nella rivista «Musica Disciplina», 44-45), riformulò sistematicamente i principi e le citazioni cinquecenteschi di Harrán, aggiungendone di ulteriori e collazionandoli, rendendoli così più facilmente fruibili e comprensibili da studiosi e interpreti.
I trattatisti che nel XVI secolo si occuparono di relazioni testo-musica con particolare attenzione all’accentuazione e alla sillabazione furono: Giovanni Maria Lanfranco (Scintille di musica, 1533), Gioseffo Zarlino (Le istitutioni harmoniche, 1558), Nicola Vicentino (L’antica musica ridotta alla moderna prattica, 1555), Gaspar Stoquerus (manoscritto, Cod. 6486 della Biblioteca Nacional di Madrid) e Paolo Luchini (Della musica, manoscritto del 1590 circa, Mss. 548 della Biblioteca Oliveriana di Pesaro).
Diamo qui un elenco molto parziale delle regole di sillabazione e accentuazione tratte variamente dai succitati trattatisti: