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Conto cento, canto pace
I cori tra le Dolomiti a 100 anni dalla Grande Guerra

di Matteo Valbusa
dossier "Speciale Grande Guerra", Choraliter 57, gennaio 2019

Conto Cento Canto Pace è ritornato il 9 settembre 2018, tre anni dopo l’indimenticabile giornata corale nell’Arena di Verona, per chiudere le manifestazioni in ricordo della terribile, interminabile Grande Guerra conclusasi cento anni fa. È ritornato stavolta ad Agordo, ai piedi delle Dolomiti Bellunesi, nell’avveniristica cornice del Palaluxottica che ha visto in questa occasione la sua prima apertura al pubblico: una magnifica struttura capace di 3.000 posti, riempita in ogni ordine e grado grazie alla bellezza di questa manifestazione che ha coinvolto un numerosissimo pubblico e sessanta cori provenienti dal Veneto e da altre regioni d’Italia, uniti per festeggiare insieme e ribadire il desiderio comune di fratellanza e pace duratura.

Lo straordinario concerto ha concluso un weekend di eventi nei quali i cori partecipanti hanno avuto la possibilità di esibirsi davanti al pubblico agordino in alcuni dei più incantevoli luoghi delle Dolomiti: chiese, teatri, piazze, rifugi in quota.
Il concerto finale al Palaluxottica, presentato da uno smagliante Dino Bridda, si è aperto con l’Inno nazionale, Il canto degli Italiani, e ha dato spazio poi a uno dei cori veneti che più si sono distinti in festival e competizioni nazionali e internazionali: il Gruppo Vocale Novecento diretto da Maurizio Sacquegna che, nella sua formazione maschile, ha presentato un repertorio “in suffragio dei caduti” che andava dalla polifonia rinascimentale alla musica contemporanea, con la prima esecuzione assoluta del brano Piccolo Lagazuoi di Federico Bassetto e un omaggio a Gioacchino Rossini nel centocinquantesimo della morte con la sua meravigliosa Preghiera. Il coro ha dimostrato vocalità e intonazione eccellenti, con un’attenzione alla prosodia del testo e al rapporto fonosintattico delle parole che non cessano di stupire in ogni esibizione. È stata la volta poi dei cori di voci bianche e femminili riuniti in una grande formazione accompagnata dall’Orchestra Giovanile Bellunese che, guidata con entusiasmo e precisione da Roberta Paraninfo, ha eseguito le Songs of Sanctuary del gallese Karl Jenkins, tra cui l’ormai classica Adiemus.

I cori maschili, diretti con il giusto spirito ed energia da Giorgio Susana, si sono serrati in schiere che ricordavano i grandi cori alpini cantando celebri canzoni di guerra come Monte Canino, Monte Nero, Tapum, Il testamento del capitano, nelle classiche versioni armonizzate da Luigi Pigarelli, Gianni Malatesta, Antonio Pedrotti, fino alla struggente Monte Pasubio di Bepi De Marzi e per concludere con l’inno della montagna, La Montanara (e chi non la sa?).
Pasquale Veleno ha infine condotto con sicurezza e grande musicalità l’ottima Orchestra di Fiati della Provincia di Vicenza e i cori misti riuniti in un’unica compagine per l’esecuzione della maestosa Missa brevis di Jacob De Haan, che nella sua semplicità sviluppa un suono travolgente ed entusiasmante.
Alle esibizioni delle masse corali si sono alternati momenti di canto d’assieme, in cui tutti i cori presenti e il pubblico sono stati coinvolti da un esuberante Lorenzo Fattambrini nell’esecuzione di brani popolari e canoni, giungendo a momenti di particolare emozione con il canto storico-patriottico La leggenda del Piave e con l’immancabile e sempre preziosissimo Va’, pensiero che ha concluso la serata.

Dopo le recenti devastazioni dovute al maltempo che si è abbattuto sul territorio agordino, bellunese e di tutto il Nord-Est d’Italia, è doveroso ringraziare la comunità che ha accolto questa manifestazione e in particolare il Coro Agordo che l’ha organizzata con l’Asac Veneto.
L’auspicio è quello di tornare presto a celebrare la pace e a cantare la fratellanza in questi meravigliosi luoghi, segnati nel profondo dalla storia e dalla forza d’animo della loro gente.

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