«Non sappia la tua sinistra cosa fa la tua destra» (Mt 6,3). In questo caso non si trattava di indipendenza tra le braccia ma di elemosina, che poi è quella che sembrano chiedere i direttori giovani (e non) quando tengono il braccio sinistro disteso davanti a loro con il palmo della mano rivolto in alto per sostenere una nota, dicono loro…
Per quanto riguarda la riconosciuta necessità di raggiungere una buona indipendenza tra le braccia da parte del direttore, in quella che abbiamo definito nel titolo una quotidiana Guerra di indipendenza, possiamo dire che tutte le battaglie di questa guerra abbiano origine da questa immagine (cfr. Walter Marzilli, Il gesto è già suono, Choraliter 58).
Come si può vedere, il particolare percorso delle fibre piramidali crea un collegamento incrociato tra il lobo sinistro del cervello e il braccio destro, e viceversa. Questa particolare forma di “strabismo” porta con sé alcune conseguenze. La prima – come avevo scritto nell’articolo citato – è che la mano destra espleta i compiti per i quali è preposto il lobo sinistro, che è quello della logica, della “matematica”, e quindi normalmente “batte il tempo” e si occupa della precisione ritmica. La sinistra invece concerta e fraseggia, perché è collegata con il lobo destro, quello della fantasia e della poesia.
La seconda conseguenza è che risulta sempre difficile ottenere una buona indipendenza, addirittura tra braccio e gamba dello stesso lato del corpo, figuriamoci tra mano destra e sinistra!
Volete una prova? Provate a fare con il braccio destro alcuni cerchi paralleli al terreno abbastanza grandi in senso orario. Fatene alcuni e poi, insieme, disegnate un grande sei (numero 6) con il piede destro partendo dall’apice (dico dall’apice perché quando io scrivo il 6 parto dal centro del ricciolo e procedo in senso orario…), e osservate cosa fa la vostra mano destra. Ha cambiato verso, diventando antiorario, oppure ha interrotto il suo movimento, e comunque ne avete perso il controllo, vero? Se non vi succede niente di tutto questo siete già in possesso di una buona coordinazione indipendente, altrimenti: al lavoro (vedi esercizi sotto).
D’altra parte, tutti ricordiamo la fatica, la concentrazione e la conseguente tensione muscolare delle prime guide in auto, quando dovevamo coordinare i pedali, il cambio e il volante! Tutte quelle difficoltà sono poi sparite con l’esercizio e l’acquisizione dell’automatismo. Quindi non stanchiamoci di fare esercizi di indipendenza. Va benissimo anche lavarsi i denti con la mano insolita (attenzione ai colpi alle gengive!), oppure ruotare la tazzina di caffè con l’altra mano (occhio alle macchie sulla camicia…) o semplicemente infilarsi i pantaloni prima con la gamba che non usiamo di solito (appoggiatevi per non cadere!).
Nello specifico della direzione, poi, gli esercizi per raggiungere la necessaria indipendenza sono numerosi. Oltretutto servono anche per voltare le pagine con la sinistra senza fermare il movimento della destra, oppure per dare gli attacchi con la sinistra senza perdere le giuste direzioni dei movimenti della battuta con la destra (entrambe le cose si vedono spesso…).