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Dalla notazione Braille all'elaborazione di un metodo musicale tattile-visivo

di Armando Rovi
dossier "Ready to read", Choraliter 64, maggio 2021

Louis Braille, inventore del sistema di scrittura per ciechi basato su segni puntiformi in rilievo percepibili al tatto, che da lui prese il nome, pubblicò nel 1829 il trattato dal titolo Procédé pour écrire les Paroles, la Musique et le Plain-chant au moyen de points, à l’usage des aveugles et disposé pour eux con cui presentava il suo metodo innovativo. Il titolo mette ben in evidenza l’intenzione dell’autore che era non solo quella di ideare un alfabeto tattile per permettere alle persone cieche di leggere e scrivere dei testi, ma anche di proporre un nuovo sistema di scrittura per la musica e per il canto. Professore di varie materie presso l’Institution Royale des Jeunes Aveugles di Parigi, dove egli stesso era stato educato, Louis Braille fu un valido organista e insegnante di pianoforte e di violoncello. 

Nel 1837, con la seconda edizione del suo trattato, perfezionò il suo sistema di notazione musicale, che non utilizza pentagramma e chiavi musicali, ma che ha come riferimento principale la tastiera del pianoforte e le ottave che la compongono. Ciascuna ottava viene rappresentata da un segno diverso che la identifica e che, anteposto al segno della nota, permette di indicarne l’altezza precisa e la sua posizione sulla tastiera. I segni delle sette note della scala indicano contemporaneamente sia il nome della nota che il suo valore di durata. Le battute vengono delimitate, in base al tempo iniziale, da spazi vuoti. Per trascrivere una melodia è indispensabile conoscere oltre che i segni delle note e quelli delle ottave, le regole relative all’uso dei segni di ottava, il cui impiego corretto permette di definire con precisione il disegno melodico, indicando per ciascun intervallo che si viene a formare tra una nota e quella successiva se esso è ascendente o discendente, cioè se nell’intervallo melodico la prima nota è più acuta o è più grave rispetto alla seconda nota.
Una delle caratteristiche del sistema Braille, che è costituito da 63 segni tra loro differenti per numero e disposizione di un massimo di sei punti in rilievo, è quella di assegnare significati diversi a uno stesso segno che, in contesti diversi, può essere utilizzato come lettera, come numero o come segno musicale. La polivalenza di significati del singolo segno o di raggruppamenti di due o tre segni è la particolarità che ne permette un ampio uso in campi diversi.
Diffuso in tutto il mondo e impiegato in varie lingue, per quanto riguarda la notazione musicale mantiene tuttora l’impostazione di base ideata da Louis Braille e che nel tempo è stata ampliata e codificata in modo uniforme attraverso conferenze e accordi internazionali, rendendo possibile la trascrizione di tutto ciò che generalmente si scrive su pentagramma.
Le trascrizioni in Braille di opere musicali riguardano i vari ambiti del mondo musicale e anche per la musica vocale vengono prodotte edizioni Braille di spartiti che vanno dai canti per bambini alle arie antiche, a romanze e ai brani da opere teatrali e anche alle composizioni polifoniche di musica corale. L’evoluzione nel campo informatico offre oggi anche la possibilità di poter elaborare spartiti stampabili sia su pentagramma che con stampante Braille.
Molto importante è il processo di alfabetizzazione, sia per le persone che usufruiscono direttamente di uno spartito Braille, sia per coloro che in qualità di insegnanti o di formatori debbono occuparsi della loro preparazione musicale. Con questa finalità ho elaborato il testo Introduzione alla notazione musicale braille. Una proposta per l’integrazione del bambino non vedente nella scuola dell’obbligo (ed. Rugginenti - Gruppo Editoriale Volontè & Co). 

Sviluppato partendo da esperienze concrete con bambini e ragazzi ciechi e ipovedenti, al fine di favorire l’inserimento nei contesti in cui svolgono attività musicali, il libro contiene una raccolta di esercizi progressivi, basati su brevi melodie che attraverso il canto vengono intonate e memorizzate col nome delle note e che con gradualità permettono l’apprendimento di questo tipo di scrittura musicale. Apposite schede mettono a confronto il pentagramma con la riproduzione grafica dei segni Braille, con relativa legenda con descrizione progressiva di ciascun segno, utile sia per lo studio personale che per la dettatura all’allievo, che può così scrivere l’esercizio con l’apposita tavoletta o con la macchina dattilobraille, per la lettura tattile. Le schede sono adattate per favorire un lavoro comune, sia per l’impiego visivo del pentagramma che per quello tattile del sistema Braille.
Per favorire la memorizzazione è utile, durante la fase di apprendimento degli esercizi melodici, l’attività corale all’unisono. L’aspetto più rilevante riguarda l’elaborazione del metodo che ho potuto sviluppare grazie a queste esperienze, presentato nel libro anche attraverso il racconto del quotidiano e alle illustrazioni relative. In particolare vengono descritte le fasi proposte dal metodo per il passaggio dall’ascolto alla scrittura del segno musicale: l’apprendimento del segno, Braille o su pentagramma, è il risultato finale di questo percorso.
Partendo dalla progettazione e realizzazione di interventi che con l’impiego della musica favoriscano lo sviluppo e l’integrazione di bambini ciechi o ipovedenti nel contesto in cui sono inseriti, è stata posta l’attenzione da un lato ai bisogni e alle caratteristiche degli specifici casi e all’impostazione educativa necessaria per gli interventi individualizzati, dando spazio all’importanza della stimolazione all’ascolto associato al movimento, all’esplorazione tattile e conoscenza dell’ambiente, allo sviluppo delle capacità di orientamento e movimento, al raggiungimento dei prerequisiti necessari per poter comprendere e affrontare la lettura e scrittura nel sistema Braille.
Dall’altro lato la ricerca si è sviluppata considerando la possibilità di proporre l’impostazione adottata col bambino con problemi alla vista anche a bambini normodotati, per poter elaborare un percorso comune con lo scopo di favorire l’integrazione del bambino con disabilità. Il risultato finale è stato quindi un percorso, proponibile a tutti i bambini, finalizzato alla alfabetizzazione musicale e alla graduale conoscenza della scrittura musicale, sia nel sistema Braille che su pentagramma, attraverso un processo di apprendimento che dà molto spazio all’esperienza concreta e vissuta personalmente attraverso giochi musicali di ascolto e movimento sincronizzato che portano dall’azione al pensiero musicale. In particolare il metodo proposto guida il bambino in un’attività che evidenzia il rapporto tra schemi senso-motori associati a musica-movimento e schemi mentali attraverso i quali si analizza, confronta e organizza la struttura della melodia.
Guidando il bambino nella riproduzione, con materiale tattile, delle sequenze ritmico-melodiche memorizzate si favorisce la sintesi dei dati spaziali e temporali derivanti dalla rappresentazione mentale dell’attività deambulatoria e dall’analisi della melodia contemporaneamente memorizzata. Risulta così possibile promuovere in questo percorso multisensoriale l’acquisizione e l’elaborazione di informazioni uditive, motorie, tattili, cinestesiche, visive originate da una attività guidata dalla musica e finalizzata sia all’apprendimento della notazione musicale che ad altri aspetti dello sviluppo delle capacità di base psicomotorie e cognitive.
Un percorso che si completa lasciando spazi anche per il gioco musicale creativo, orientato all’organizzazione del pensiero musicale, all’invenzione della melodia e alla sua trascrizione, allo scopo di favorire e rinforzare l’apprendimento e l’alfabetizzazione musicale.

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