Biografia
Tadeja Vulc (1978) inizia a formarsi con U. Rojko, si perfeziona con M. Jarell a Vienna e sviluppa il suo stile musicale attraverso i molti anni di composizione per vari ensemble vocali e strumentali, con i quali ha collaborato sia come compositrice che come direttrice. Il suo lavoro èun costante intreccio di direzione e composizione. Si è aggiudicata diversi premi per composizioni e riconoscimenti nel campo della direzione: il 2ºpremio al concorso del Ministero della Cultura della Repubblica di Slovenia, il 1º premio al concorso internazionale del Coro Accademico Tone Tomšič (2009), il premio speciale per l’eccellente performance di direzione a Debrecen, in Ungheria (2016), e a Varna, in Bulgaria (2018) e inoltre il premio per la migliore composizione al concorso nazionale dei cori di voci bianche e giovanili di Zagorje (2018). Negli ultimi anni è stata una delle compositrici più eseguite in Slovenia nel campo della musica per bambini e ragazzi. Le sue opere corali sono apparse suipalcoscenici dei concerti negli Stati Uniti, in Asia,in Africa e nei più prestigiosi concorsi corali d’Europa. Tadeja Vulc è docente presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università di Maribor e direttore del Maribor Academic Choir.
Il catalogo delle composizioni e ulteriori approfondimenti su https://www.tadejavulc.com/index.php/en/
Da compositrice: qual è il suo pezzo preferito e perché?
Non ne ho uno preferito o del quale io sia più orgogliosa. Sono solo contenta di essere riuscita a realizzare al loro interno dei frammenti di cui sono soddisfatta e che toccano particolarmente la mia anima. Non ce ne sono molti e si trovano in composizioni diverse. Sono piccoli passaggi che di solito durano pochi secondi, a volte qualche battuta. Sono affascinata dal suono di queste parti, ed è esattamente per questo che mi piace eseguirle da direttrice (quando si tratta di composizioni per coro). Dico spesso ai miei coristi: vale la pena eseguire questa composizione per questa piccola parte. Forse un giorno realizzerò una nuova composizione unendo questi momenti in un mosaico. Spero solo che ce ne saranno abbastanza perché il brano possa avere solidità nella lunghezza. Credo che potrei essere soddisfatta di una tale composizione (ride).

Quando e come ha scoperto la musica e la composizione?
Da bambina inventavo testi, dirigevo un’orchestra sinfonica davanti alla televisione e componevo canzoni al pianoforte. La creatività mi è stata data e ne sono grata. La musica è l’unica costante nella mia vita.
C’è un processo da cui solitamente nasce la sua composizione? Ad esempio: parte dal testo, dalla forma o dalla musica?
Di solito inizio cercando il testo, dopodiché lo leggo attentamente, lo studio. In questa fase, leggendolo più volte, comincio a sentire la musica. Dopodiché scrivo. Quando sono di corsa e non ho molto tempo per comporre, cerco fin da subito i testi in modo che la musica possa maturare anche a livello inconscio e io possa poi scriverla in seguito. Lavoro così quando so di dover scrivere più brani in un breve arco temporale.
Le sue composizioni rivelano una continua ricerca sulla voce e sulla vocalità, anche attraverso il corpo: cosa la spinge a cercare oltre il conosciuto?
Non voglio ripetermi né nella composizione né in generale nella vita e nella creatività ed è per questo che sono sempre alla ricerca di nuove possibilità e nuovi mezzi di espressione. Questo è il motivo per cui spesso all’inizio non vengo compresa da alcuni, ma vedo che con il tempo le persone mi accettano e a volte persino mi copiano. Fare le stesse cose per molto tempo mi ucciderebbe e annoierebbe troppo.
Che influenza ha sulla composizione il fatto di essere anche una direttrice di coro?
Le mie opere sono state realizzate principalmente come commissioni per ensemble specifici. Quando scrivo per il mio coro, spesso sono attenta e considero anche le modalità di insegnamento dei miei lavori al coro ed è per questo che talvolta opto per soluzioni più semplici, senza perdere però l’intento e le possibilità artistiche. Questa consapevolezza da direttore mi limita spesso anche quando scrivo per gli altri. Penso sempre a come dovranno imparare la mia composizione. Essere compositrice e direttrice di coro allo stesso tempo è da un lato un privilegio e dall’altro una limitazione. La limitazione sta proprio nella cautela con cui scrivo; il privilegio sta invece nel poter provare e verificare l’efficacia di alcune soluzioni direttamente con il coro (questo, soprattutto all’inizio della mia carriera musicale, mi ha aiutata a sviluppare più facilmente il mio linguaggio musicale).
Quali pensa siano le caratteristiche essenziali per una composizione attuale?
Direi la ricerca della purezza tra ciò che ho immaginato nella mia testa e ciò che metto poi sulla carta. Cerco di fare musica con profondità e scopo. Voglio qualcosa che tocchi le persone quando la ascoltano e che le porti a sperimentare almeno una piccola trasformazione in sé stesse. Direi che la cosa essenziale nelle mie ultime composizioni è il messaggio.
Lei è un’insegnante e compone anche partiture didattiche: che ruolo ha o può avere la composizione in ambito educativo?
Questo tipo di composizioni sono state create principalmente per i bambini. Volevo insegnare loro le basi della musica e dell’arte in modo creativo. I brani in questione sono il progetto scenico Kraljestvo glasbe (Il Regno della musica), il ciclo Pisani svet orkestra (Il mondo colorato dell’orchestra), la fiaba musicale Gal v galeriji (Gal nella galleria)… Tale musica deve essere interessante e deve gestire la propria sostanza in modo più leggero. Le nuove composizioni sono sempre necessarie, poiché riflettono i tempi moderni, cercano un nuovo linguaggio e stile. In questo modo le composizioni offrono nuove sfide agli esecutori, nell’interpretazione e nella lettura delle partiture, in cui non possono semplicemente ripetere ciò che ha già fatto qualcun altro, ma devono trovare un senso e comunicarlo loro stessi.

Se oggi potesse realizzare un desiderio sul rapporto compositore-esecutore, quale sarebbe?
Per me è sempre stato importante che le mie composizioni fossero eseguite bene. Credo che l’energia dell’esecuzione sia la cosa più importante, anche se una parte non dovesse essere eseguita perfettamente. Sarebbe ideale se la musica potesse essere trasferita direttamente dalla testa del compositore agli ascoltatori (magari con l’aiuto di un’intelligenza artificiale, un programma speciale, come se una composizione potesse essere ascoltata già in fase di creazione, in contemporanea, e con voci vere, ma senza esecutori dal vivo). A volte è difficile scrivere le idee con la stessa precisione con cui le ho pensate. Gli esecutori spesso aggiungono una certa magia alle composizioni con le loro interpretazioni. Sono grata a tutti coloro che eseguono la mia musica, vi si immergono e le “danno vita”. Ma mettere per iscritto le proprie idee a volte è un po’ noioso.
La sua ultima composizione?
L’ultima composizione che ho terminato è stata scritta per coro giovanile e pianoforte su un tema popolare (non come arrangiamento di musica popolare, ma come composizione originale su un testo di letteratura popolare). Ultimamente mi piace usare questa tipologia di letteratura, ma è vero che richiede molta ricerca e lavoro, e spesso mi sono trovata a dover scrivere – di fatto – il testo da sola. Per questo brano si è trattato della continuazione di una composizione scritta lo scorso anno, ovvero Velikan Ajd (Il gigante Ajd). Si intitola Krivopete. Parla di donne che vivevano nella nostra area etnica e avevano le gambe contorte all’indietro. In questo modo sto lentamente creando un ciclo di composizioni su creature mitiche. Attualmente sto lavorando a una cantata basata su un libretto che affronta il tema delle inondazioni avvenute nella nostra zona la scorsa estate.
Un sogno nel cassetto?
Non lo definirei un sogno nel cassetto, ma un sogno nella mia testa. Mi piacerebbe molto scrivere un’opera, ma non ho mai abbastanza tempo per iniziare il lavoro. Spero di poterlo fare in futuro.
